Diario del 21 novembre

Oggi la giornata era a rischio perchè le previsioni meteo davano neve fin dal mattino. Io e Luca ci sentiamo la mattina, ancora non faceva brutto quindi decidiamo di andare a fare il nostro giorno di fotografie e interviste. Oggi abbiamo scelto come luogo Avigliana. E’ apparentemente fuori dal target diretto del nostro lavoro, tuttavia ci interessava avere uno specchio anche un po più ampio di quello che è effettivamente la valle. Infatti avigliana è quasi al delimitare della Val di Susa; normalmente la valle viene fatta iniziare con la Chiusa di San Michele. Abbiamo deciso quindi di andare a studiare in parte i cancelli della Val di Susa, per capire se anche in un luogo apparentemente più lontano siano comunque sentiti i temi che stiamo andando a studiare. Quindi ci troviamo per le 9.30 davanti alla stazione di Avigliana, luogo dove settimanalmente avviene il mercato. La situazione subito ci fa sorridere perchè ormai per il terzo giorno in questa settimana incontriamo di nuovo diversi banchi dei mercati ormai fedeli collaboratori.
Dalle prime persone fermate subito ribadiamo il principio nato tra Susa e Bussoleno: più si scende verso la città più le persone diventano diffidenti. Infatti fatichiamo ad approcciarci qui, molti si spaventano gia solo dall’incrocio del nostro sguardo e iniziano a dire “No no no no” passandoci accanto. Quindi con un po di fatica perseveriamo ed i risultati cominciano ad arrivare. Riusciamo a fermare un po di persone. Iniziamo a chiacchierare di questo progetto con una realtà locale di Avigliana volta al riciclo dei cibi in eccesso nei mercati. Si dimostrano molto interessati al nostro lavoro così come noi al loro ed iniziamo uno scambio di opinioni che sfocia nel coinvolgimento di alcuni membri comunali di Avigliana, con i quali ho preso contatti. Devo ammettere un po di stupore per questo riscontro ottenuto.
Proseguiamo il nostro giro facendo amicizia con dei carabinieri stanziati a controllo del mercato. Ci confessano infatti che ci stavano osservando, preoccupati per una possibile truffa da noi stipulata nei confronti degli anziani. Come dargli torto? In fondo vedere 2 ragazzi interessati a fotografare gli anziani e a fargli firmare un foglio è una cosa piuttosto particolare che di sicuro attira l’attenzione di coloro che si occupano della sicurezza. Facciamo amicizia con i carabinieri stanziati che addirittura iniziano a seguirci come dimostrazione del fatto che effettivamente non stiamo truffando nessuno. Da quel momento infatti riusciamo ad ottenere più consensi dalle persone. Riusciamo anche a trarre un’intervista da un signore sull’ottantina che si presta a rispondere a qualche nostra domanda. L’intervista non dura molto, e, se devo essere onesto, ha dei toni che non ci permettono molto di utilizzarla come vorremmo. Infatti alla domanda “Che lingue si parlavano qui quando eri piccolo?” Lui risponde sempre il classico piemontese e poi non fa cenno ai vari patois, anche perchè appunto Avigliana non rientra nei territori occitani o franco provenzali, e infatti inizia una lunga e dettagliata invettiva nei confronti delle lingue degli immigrati degli anni sessanta provenienti dal sud Italia. I dettagli meglio non renderli noti, nonostante la giocosità dei modi del signore. Ricaviamo comunque un punto di vista molto diverso da quelli ottenuti finora. Infatti il signore ci fa notare come Avigliana abbia avuto un flusso demografico opposto alla valle, fino agli anni 80 Avigliana aveva qualcosa come 3000 abitanti, mentre ora ne raggiunge quasi 12.000. Il motivo è semplice: lavoro. Ad Avigliana ci sono infatti oggi molti posti di lavoro ancora in aumento, a differenza del resto della valle dove appunto la tendenza è del tutto contraria.

Dopo di che ci rechiamo ad Exilles nel pomeriggio, inizia a nevicare il che ci mette alle strette con i tempi per non rimanere bloccati. Andiamo a casa di Barbara Patria, che ci accoglie molto felicemente. La chiacchiera con Barbara avviene a casa sua, popolata da diversi gatti particolarmente docili, talmente docili che alcuni di loro mi passeranno davanti alla fotocamera durante le interviste. Barbara rappresenta un pilastro exillese della memoria di questo paese. Infatti ha portato avanti innumerevoli studi a partire dalle tradizioni e degli eventi exillesi, oltre che delle rappresentazioni sacre tipiche. Infatti nella sua vita ha cercato di ridare vita a molte di loro. Ci racconta dell’evento del 7 gennaio all’alba, in cui si rappresenta in chiave ironica l’arrivo dei re Magi, all’interno della cappella del Galambra. Inoltre ci da diversi libri, come Arcadia Alpina, contenente racconti basati su questi luoghi. Ci racconta anche dettagliatamente lo svolgimento di tutte queste festività, i modi di vestire e molti modi di dire exillesi. Rimaniamo a casa sua per circa un’ora, e prendiamo circa mezz’ora di intervista dal valore inestimabile. Anche se rimane un punto di vista di una studiosa, si cresciuta e vissuta da sempre ad Exilles, ma anagraficamente più giovane rispetto alla nostra fascia target ideale. Tuttavia è dal valore inestimabile perché ancora ricorda infinite storie tramandategli dai nonni e dai genitori, il che rappresenta perfettamente il senso del nostro progetto.

Finita l’intervista con Barbara siamo costretti dalle condizioni climatiche a ritornare a casa per non rimanere bloccati. Ci prepariamo così alla giornata di intervista a Mattie. Consapevoli della difficoltà, prendiamo appuntamento con la signora Anna, un’autoctona di Mattie che nell’ultimo sopralluogo si dimostrò disponibile ad un’intervista.