Diario del 29 novembre
Ci siamo alla penultima giornata di interviste, di nuovo a Chiomonte. Decidiamo di affrontarla dal pomeriggio, vedendo che è leggermente più popolato al pomeriggio. Io ho parlato ampiamente con il signor Bezzone, segretario del comune di Chiomonte, laddove cercavo i sostegni dei vari enti della valle. Infatti il comune di Chiomonte ha esplicitamente rifiutato di dare il sostegno al nostro progetto, ritenendolo non in linea con le loro politiche. Ma nonostante questo abbiamo comunque deciso di coinvolgerlo nella fase di ricerca ritenendolo un territorio centrale. Nella piazza centrale alle 15 troviamo di nuovo un gruppo di ragazzi. Proviamo ad approcciarli e chiacchierando con loro esce fuori una visione particolare e che sinceramente non ci aspettavamo all’interno della Val di Susa. A parte un grandissimo disinteresse nei confronti del nostro progetto uno di loro ha iniziato a sostenere l’inutilità e anzi la dannosità di lingue come l’occitano e il franco provenzale. Questo ha di certo attirato la nostra attenzione, era un punto di vista diverso dal solito, volevamo andare ad esplorare le motivazioni di quest’astio. Questo ragazzo con grande veemenza sostiene che più lingue ci sono in un paese più ci saranno divisioni, sostiene che l’italiano abbia unito persone di tipo diverse sotto la stessa bandiera. “Questa è l’Italia” ripete. Dopo quest’invettiva inizia un discorso che non riesco a comprendere a pieno sui tempi della resistenza, sostenendo infatti le colpe dei partigiani nei confronti degli abitanti della valle, e imputando a loro le molte stragi fasciste. Oltre a questo altre affermazioni che non è necessario riportare. Non facciamo un’intervista video e ci portiamo dietro queste conversazioni.
Proviamo ad andare a bussare alle porte di una signora amica di mia madre, ma nessuno risponde. Continuiamo quindi a passeggiare incontrando qualche persona con cui non scambiamo più di qualche parola. Riusciamo a fare qualche foto ma nessuno si dimostra disponibile a farsi intervistare. Si fanno in fretta le 18 e decidiamo di chiudere qui la giornata, in fondo abbiamo raccolto fino ad oggi una buona quantità di materiale sia fotografico che di interviste.
Domani dovremmo andare a Mattie, tuttavia dopo le ultime giornate, senza avere appuntamenti, riteniamo che non sia la scelta più saggia. Decidiamo di nuovo di dedicare la giornata di domani a fare foto e a continuare gli studi sulle fonti e a trascrivere tutte le varie interviste svolte.